Anna Karenina tells of the doomed love affair between the sensuous and rebellious Anna and the dashing officer, Count Vronsky. Tragedy unfolds as Anna rejects her passionless marriage and must endure the hypocrisies of society. Set against a vast and richly textured canvas of nineteenth-century Russia, the novel's seven major characters create a dynamic imbalance, playing out the contrasts of city and country life and all the variations on love and family happiness. While previous versions have softened the robust, and sometimes shocking, quality of Tolstoy's writing, Pevear and Volokhonsky have produced a translation true to his powerful voice. This award-winning team's authoritative edition also includes an illuminating introduction and explanatory notes. Beautiful, vigorous, and eminently readable, this Anna Karenina will be the definitive text for generations to come.
Having read so many Russian novels recently must be making this easier, because I believe this one was the easiest read yet. I'm getting used to the style, so I don't have to keep stopping to think through what the author is trying to say. That's kinda nice.
I'm not sure what I think about the book as a whole. The characters were relatable, and I enjoyed most scenes, but I usually didn't like the ways Tolstoy would resolve issues in the plot. They felt too harsh and sudden without enough meaning dredged out of them first. Still, I don't know how I'd have done it better, so I won't complain about that too much.
Other than that, I'm glad I read it. It's probably not one I'll reread again anytime soon, but that's more because of the length than the content.
Il libro è indubbiamente bello. Quest'edizione è meravigliosa e la traduzione è in generale tra le migliori che io abbia mai letto, da qualsiasi lingua: scorrevole, non ci sono arcaicismi, è pura e priva di note che rallentino la lettura.
Lo stile è scorrevole e la cosa migliore di tutte è senz'altro il narratore, che esprime pensieri lucidi ed è sempre sagace e chiaro.
Certo è che alcune cose non mi vanno giù, a partire da quello che la storia mi lascia: possibile che il senso sia "l'onore sopra ogni cosa"?
Se Anna muore, è perché ha ceduto alle lusinghe di un uomo. E lo ha fatto come una qualsiasi donna, cioè in modo esagerato e totale, senza accorgersi di infangare il marito e l'amante, dimenticando il figlio (della figlia chi se ne è mai fregato?). Il senso del romanzo è che Anna ha sbagliato, che ha buttato via la …
Il libro è indubbiamente bello. Quest'edizione è meravigliosa e la traduzione è in generale tra le migliori che io abbia mai letto, da qualsiasi lingua: scorrevole, non ci sono arcaicismi, è pura e priva di note che rallentino la lettura.
Lo stile è scorrevole e la cosa migliore di tutte è senz'altro il narratore, che esprime pensieri lucidi ed è sempre sagace e chiaro.
Certo è che alcune cose non mi vanno giù, a partire da quello che la storia mi lascia: possibile che il senso sia "l'onore sopra ogni cosa"?
Se Anna muore, è perché ha ceduto alle lusinghe di un uomo. E lo ha fatto come una qualsiasi donna, cioè in modo esagerato e totale, senza accorgersi di infangare il marito e l'amante, dimenticando il figlio (della figlia chi se ne è mai fregato?). Il senso del romanzo è che Anna ha sbagliato, che ha buttato via la sua vita per cedere al sentimento. A me questo dicevano quei paragrafi che raccontavano benissimo il suo delirio prima del climax della sua storia.per tutto il romanzo, si mostra continuamente che l'amore di un uomo è sempre ragionato, opportuno, mai sfrenato e soprattutto sempre secondario in confronto al resto.
E infatti della sua morte non ne parla nessuno. Giusto un cenno al dolore dell'amante, che comunque è colpevole in parte di averla assecondata.
Ed ecco l'altro tasto dolente: la morale. Levin, tanto caro e buono, perché ha dovuto rinnegare le idee progressiste e ragionate? Perché ha dovuto cedere all'essere tradizionalista, bigotto e - estrapolando - uno qualunque dei milioni di Russi del popolo (quest'espressione compare alla fine del romanzo)? Perché il bene è dettato dalla religione, ovviamente! E lui ha peccato di superbia nel cercare spiegazioni razionali.
Insomma, la storia è fantastica, raccontata bene, ma purtroppo la fine mi ha fatto arrabbiare. Ma in fondo ho capito che il motivo per cui mi piacciono i romanzi dell'ottocento è proprio il fatto che il mondo sembra funzionare in modo diverso!
Ps. Spero sinceramente che qualcuno mi dica che non ho capito niente e corregga la mia visione della storia.
Finally finished! Maybe I need to read some commentary and analysis on this book, but I found it tedious. It's points didn't seem original to me, although perhaps Tolstoy WAS the first man to recognize the difference in how society treats men and women when they cheat on their spouses. It ended on an oddly "spiritual, but not religious" note that seemed like a random addendum rather than a conclusion to this rambling tale.
Glad I read it, but wish it had been a better experience!
By the end I was thinking that the book should have been named Kostya Levin instead of Anna Karenina, since it seemed like Tolstoy had more sympathy for that second main character really. It sprawls with the best of nineteenth century novels, not the way books are constructed nowadays, but in its leisure it is able to hit all the lovely telling scenes that might be missed if it were more straightforward about getting to the point.