The subject introduced as the topic of those affected most by transmisogyny is not the transfemme, transfeminine person, or the trans woman, but rather the trans feminized, which seems to offer an interesting peek as to where this analysis is going to go.
This book might require sitting with some discomforts to my own complicity in trans feminizing people who aren't trans feminine, and thus complicit in trans misogyny myself. But, those discomforts are often a good thing.
Ho scoperto questo libro da alcuni post nel fediverso e letto inizialmente una traduzione del capitolo In sickness and in health, che tratta dei rapporti tra asessualità e disabilità, sul blog del collettivo Carrodibuoi. Purtroppo non esiste ancora una traduzione in italiano.
Fra i libri sull’asessualità è quello che mi ha colpito di più. Idealmente si pone a metà strada tra i saggi accademici che ho letto su quel tema, testi a volte illuminanti ma spesso troppo impersonali, e le raccolte di storie vissute da membri della comunità, in cui potevo trovare qualcosa in cui riconoscermi, questo è certo, ma spesso mi lasciavano confuso per la quantità di esperienze diverse che trovavo.
Credo che il libro abbia tre scopi. Il primo, naturalmente, è descrivere l’asessualità a qualcuno che non conosce l’argomento, sia che il suo sia un interesse personale sia che sia spinto dalla semplice curiosità. Il secondo è evitare …
Ho scoperto questo libro da alcuni post nel fediverso e letto inizialmente una traduzione del capitolo In sickness and in health, che tratta dei rapporti tra asessualità e disabilità, sul blog del collettivo Carrodibuoi. Purtroppo non esiste ancora una traduzione in italiano.
Fra i libri sull’asessualità è quello che mi ha colpito di più. Idealmente si pone a metà strada tra i saggi accademici che ho letto su quel tema, testi a volte illuminanti ma spesso troppo impersonali, e le raccolte di storie vissute da membri della comunità, in cui potevo trovare qualcosa in cui riconoscermi, questo è certo, ma spesso mi lasciavano confuso per la quantità di esperienze diverse che trovavo.
Credo che il libro abbia tre scopi. Il primo, naturalmente, è descrivere l’asessualità a qualcuno che non conosce l’argomento, sia che il suo sia un interesse personale sia che sia spinto dalla semplice curiosità. Il secondo è evitare di trattare l’asessualità come un qualcosa di isolato, ma descrivere tutte le interazioni che questa può avere con altre categorie che utilizziamo per giudicare il mondo, come la disabilità o l’appartenenza a una minoranza etnica, avendo una visione del fenomeno il più possibile varia. Ognuno degli undici capitoli del libro tratta un argomento, e lo fa di solito prendendo come filo il vissuto di uno degli intervistati o un racconto personale dell’autrice. I punti di svolta del racconto e i dubbi dei personaggi danno lo spunto per approfondirne i concetti, portare ad esempio ulteriori storie, parlare dei dibattiti tuttora in corso sull’argomento. Concetti, dati, l’esperienza personale dell’autrice e quelle delle decine di persone che intervista sono inseriti in un discorso coerente che riesce a toccare molti temi diversi senza diventare caotico o didascalico.
Il terzo scopo, quello dichiarato dal titolo, è partire dall’insieme di esperienze diverse che l’autrice raccoglie per capire qualcosa di più generale sul mondo in cui viviamo. Questo è sicuramente ciò che mi ha fatto apprezzare più il libro: il fatto che per quanto le storie degli intervistati potessero essere diverse dalla mia, le loro testimonianze avevano comunque qualcosa di personale da dirmi sulle maniere in cui sino a quel momento avevo guardato me stesso e gli altri.
Satisfying ending, but kind of a slog to get there
2 stars
I think I would've liked this more when I was 14.
I don't know what I was expecting with this, but I guess it wasn't a pretty bog standard fantasy wizard novel with all the trimmings, and more than a few tired tropes.
I suppose you could point out that this novel was written at a time when modern fantasy novel basically meant Lord of the Rings, when a lot of these tropes were new, and with this book Le Guin literally invented the young wizard coming of age subgenre.
You might even excuse the patriarchal society of Earthsea — including the shockingly unchallenged assertion that "women's magic" is weaker than "men's magic" — as a reflection of the patriarchal 1960's US society Le Guin wrote it in. Certainly, in the afterword of the edition I read, Le Guin talks about how she felt writing about a young brown-skinned teen …
I think I would've liked this more when I was 14.
I don't know what I was expecting with this, but I guess it wasn't a pretty bog standard fantasy wizard novel with all the trimmings, and more than a few tired tropes.
I suppose you could point out that this novel was written at a time when modern fantasy novel basically meant Lord of the Rings, when a lot of these tropes were new, and with this book Le Guin literally invented the young wizard coming of age subgenre.
You might even excuse the patriarchal society of Earthsea — including the shockingly unchallenged assertion that "women's magic" is weaker than "men's magic" — as a reflection of the patriarchal 1960's US society Le Guin wrote it in. Certainly, in the afterword of the edition I read, Le Guin talks about how she felt writing about a young brown-skinned teen wizard who doesn't even rescue any damseled girls, she was already pushing tropes as far as she felt she could if she wanted to get published.
And that seems all fair and reasonable given the historical context. But unfortunately, I'm not sure historical context makes for a good read.
Like I said, I think I would've liked this better in middle school, when I was a much less critical reader and much more prone to getting swept up in adventure.
I did enjoy the ending. It was satisfying in a way that I wasn't expecting. It might've been that I was too distracted by the things that annoyed me to notice the foreshadowing (no pun intended) but I feel like Le Guin held her cards very close to her chest on this one. And it pays off instantly the moment you get there, so I'm glad that I didn't give up on it. I just wish some of the journey to get there had be a bit less tedious.
Feminists have long challenged the ways in which men tend to sexualize women. But pioneering …
Julia Serano never disappoints.
I was compelled to read it from an interview I saw on this Khadija video, where Serano discussed derivitization: youtu.be/sBfU-6l8m78
I found the idea discussed throughout this book about the Predator/Prey model dictating the sexual script of our society, and the unique way in which Serano outlined how this is significantly different from previous feminist theory of objectification.
This is a profound roadmap to sexual liberation in an intersectional way, and a "must-read" if you're asking me about it honestly.